Il 20 Direttivo nazionale
Fabio Sebastiani
«In realtà, non c'è più una maggioranza politica». Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sceglie una linea prudente e aspetta gli eventuali sviluppi della crisi politica. Il primo ad essere chiamato in causa dopo la riconferma del premier in Parlamento è proprio il sindacato di Corso d'Italia che con la manifestazione del 27 novembre (e il direttivo del 17 setetembre) aveva rinnovato la sua ostilità al Governo. Torna in campo lo sciopero generale? Dalle parole di Camusso non si capisce quale direzione è pronta a prendere la Cgil. Il primo appunto è per il 20 dicembre, in cui si riunirà il Comitato direttivo nazionale. Per ora la leader della Cgil parla il linguaggio del "partito politico": «Se non ci sono le condizioni per riavere un governo del Paese, è meglio andare alle urne». «Il vero problema è che non c'è più il Governo, mentre la crisi continua a mordere pesantemente - aggiunge Camusso -. Saggezza e attenzione per il Paese richiederebbero di determinare un'agenda che si occupi della crisi, guardando all'occupazione e al lavoro. Temo, invece, che avremo una situazione di instabilità e code velenose che non saranno utili al Paese e che sono sempre un grande rischio».
Di segno nettamente contrario è il presidente del Comitato centrale della Fiom, per il quale non solo lo sciopero rafforza le sue ragioni, ma diventa «inevitabile, soprattutto contro Confindustria, dopo la criminalizzazione della Fiom da parte dell'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne». «La Cgil si deve sottrarre alla trattativa», aggiunge Cremaschi.
Contro l'«utilizzo strumentale» dello sciopero si schiera, invece, Nicola Nicolosi, segretario nazionale e leader dell 'Area programmatica "Lavoro Società", che ieri ha concluso i lavori dell'assemblea nazionale nella quale ha sottolineato di voler dar vita a una componente che riconfermi le ragioni del «sindacato di classe». «La piattaforma consegnata dalla Cgil ha bisogno di risposte chiare - dice Nicolosi - e quindi se queste non ci saranno dovremo prendere la decisione assunta il 17 settembre e rendere praticabile lo sciopero generale, probabilmente per la metà di febbraio. Siamo arrivati al punto di non poter più rinviare l'agenda sociale».
Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil esulta per la grande riuscita della manifestazione degli studenti contro la riforma Gelmini. «Ha nei fatti sancito la evidente frattura tra il Governo Berlusconi e le tantissime ragazze e ragazzi che hanno animato i cortei in tutta Italia». «Le violenze scatenate dai Black bloc - osserva in una nota - devono essere condannate senza alcuna giustificazione perchè hanno offuscato una giornata di mobilitazione che voleva e doveva a essere pacifica. Quei provocatori non hanno nulla in comune con le ragioni della protesta e sono rimasti isolati nell'enorme corteo di Roma».
Liberazione 15/12/2010, pag 4