giovedì 14 ottobre 2010

I sindacati Usa che piacciono a Marchionne aderiscono alla manifestazione della Fiom

Repubblica — 29 settembre 2010 pagina 26 sezione: ECONOMIA

TORINO - Quando ieri pomeriggio, nel grande albergo del Lingotto alle spalle degli uffici della direzione Fiat, il capo della delegazione americana Bob King ha incontrato i sindacalisti della Fiom, la prima domanda è stata: «È vero che siete l' ultimo sindacato comunista rimasto in Europa?». Risata generale. Conseguenze della strana guerra diplomatica (e relativi colpi bassi) che si è scatenata tra i sindacati metalmeccanici italiani alla notizia che era in Italia uan delegazione del Uaw, l' organizzazione dei lavoratori della Chrysler, oggi principale azionista (attraverso una società terza) della casa di Detroit. Lunedì pomeriggio gli americani sono stati ricevuti da Giuseppe Farina e una delegazione della Fim nazionale: «Piena sintonia con il sindacato Usa - hanno dichiarato i metalmeccanici della Cisl - nell' approccio ai temi della difesa dei posti di lavoro e dei diritti». Non meno positivo il giudizio del Fismic: «Un incontro proficuo», ha detto il segretario nazionale Roberto Di Maulo che ha anche regalato alla delegazione americana un toro di bronzo, simbolo della città di Torino. Ma l' attenzione era ovviamente puntata sull' incontro di ieri pomeriggio tra King e il vertice della Fiom, il sindacato che non piace a Sergio Marchionne. Incontro preceduto da una mossa imprevista: il Uaw ha aderito alla manifestazione del 16 ottobre, quella organizzata a Roma dalla sola Fiom per protestare contro la linea della Fiat nella trattativa su Pomigliano e sui licenziamenti. «Quel che dobbiamo evitare - ha detto Maurizio Landini - è che si crei una contrapposizione tra i lavoratori. Per questo sono contento della solidarietà del sindacato americano alla nostra manifestazione». King e i suoi non hanno nascosto alla Fiom di «apprezzare molto quanto sta facendo Marchionne alla Chrysler. Del resto hanno aggiunto - anche voi avevate un atteggiamento simile fino a poco tempo fa. A proposito, che cosa è accaduto per farvi cambiare opinione?». Al termine il giudizio del resposnabile auto della Fiom, Giorgio Airaudo,è positivo: «Abbiamo da tempo contatti con il sindacato americano e li rafforzeremo. Tutti abbiamo concordato che non ha senso immaginare di trasferire in Italia il modello sindacale americano e viceversa». © RIPRODUZIONE RISERVATA - (p.g.)

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