lunedì 4 ottobre 2010

Metalmeccanici, affondo delle imprese cancellato il contratto con la Fiom

Repubblica — 08 settembre 2010 pagina 12 sezione: ECONOMIA

ROMA - Federmeccanica contro la Fiom-Cgil. Gli industriali metalmeccanici hanno scelto la linea dura, quella dello scontro diretto: hanno deciso il «recesso» dal contratto nazionale del 2008, l' ultimo firmato anche dalle tute blu della Cgil. Vuol dire di fatto la cancellazione di quell' accordo alla scadenza del 31 dicembre 2011. Una mossa senza precedenti nei rapporti sindacali italiani. Conseguenza: la Fiom non avrà più alcuno strumento per contrastare per via giudiziaria le deroghe al contratto nazionale che le imprese insieme alle altre sigle sindacali, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e Fismic, si apprestano a definire entro un paio di mesi. Deroghe rese possibili dal successivo contratto nazionale del 2009, firmato da tutti ma non dalla Fiom, e che recepisce le linee del modello contrattuale modificato sempre l' anno scorso senza la firma della Cgil. Non solo un fatto «tecnico», dunque, come ha spiegato ieri a Milano al termine della riunione del Consiglio direttivo, il presidente della Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi. Soprattutto un fatto politico. L' inizio, probabilmente, di una nuova stagione delle relazioni industriali nella quale il sindacato con più iscritti (la Fiom) non partecipa al tavolo contrattuale. D' altra parte è ciò che aveva chiesto l' amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, per rendere pienamente applicabile l' intesa per la nuova organizzazione del lavoro nello stabilimento campano di Pomigliano d' Arco. Marchionne, subito dopo il referendum sull' accordo di Pomigliano approvato con il 63% dei voti dei lavoratori ma non con un plebiscito come auspicavano al Lingotto, aveva minacciato l' uscita della Fiat dalla stessa Federmeccanica e quindi dalla Confindustria per non dover più applicare il contratto nazionale. Il compromesso tra la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, e il numero uno della Fiat è stato costruito proprio sulle deroghe. Quelle che la Fiom non accetta. E ieri il segretario dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, ha parlato di «una scelta grave e irresponsabile» da parte delle imprese. Oggi sarà il Comitato centrale della Fiom a decidere come rispondere. Federmeccanica e gli altri sindacati hanno minimizzato: non cambia nulla perché il contratto in vigore è quello del 2009. Ma aver tolto un' arma in mano alla Fiom non si può derubricare a un solo passaggio tecnico. L' ha implicitamente ammesso il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, scegliendo, come spesso gli accade, di non essere super partes: «La disdetta da parte della Federmeccanica del contratto nazionale del 2008 non ha alcuna valenza sostanziale per i lavoratori che sono protetti dal ben più conveniente contratto del 2009. Si tratta ora di auspicare l' ulteriore evoluzione delle relazioni industriali anche nell' ultima ridotta del vecchio impianto ideologico che voleva il necessario conflitto tra capitale e lavoro». Per Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, è invece «sbagliato puntare sulla divisione dei lavoratori». Tra una settimana Federmeccanica, Fim, Uilm, Ugl e Fismic cominceranno a scrivere le deroghe e, nei fatti, anche un contratto di lavoro specifico per il settore dell' auto. Ma a quel tavolo non ci sarà la Fiom. Che - non essendo più uno dei soggetti firmatari del contratto nazionale - dal primo gennaio del 2012 potrebbe non poter più esercitare i diritti sindacali nelle aziende nelle quali non ha firmato un contratto collettivo. - (r.ma.)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/08/metalmeccanici-affondo-delle-imprese-cancellato-il-contratto.html

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