mercoledì 13 ottobre 2010

«Lo sciopero degli irregolaripuò essere un episodio da imitare nel Paese»

Renato Natale medico, attivista per i diritti dei migranti, ex sindaco di Casal di Principe

Stefano Galieni
Renato Natale è un medico, presidente dell'Associazione Jerry Masslo. Per alcuni mesi è stato anche sindaco di Casal Di Principe. Continua ad occuparsi di immigrati avendo un quadro di insieme delle problematiche del territorio.
«Molte amministrazioni locali, tanto dei paesi sulla Domiziana quanto dell'entroterra, continuano a mischiare i piani: passa l'equazione per cui tutti gli immigrati sono clandestini e quindi delinquenti. La verità è che in gran parte sono lavoratori in nero, tenuti in condizione di irregolarità perché così si tiene basso il costo del lavoro. Un meccanismo perverso, i contadini non potrebbero raccogliere i propri prodotti ed essere competitivi sul mercato se mettessero tutti in regola, gli edili sono anche taglieggiati dalla camorra, sia chiaro che questo non li giustifica ma la soluzione va trovata tenendo presenti questi problemi, non c'è solo voglia di sfruttare. Molti vivono qui da anni, c'è chi non ha potuto rinnovare il permesso, chi è tornato dal nord Italia dove era inserito ma ha perso il posto di lavoro, chi è rifugiato o richiedente asilo, ci sono anche molte persone regolari. Quel che manca è l'integrazione, si vive separati e questo acuisce tensioni e paure».

Cosa pensi dello sciopero dei braccianti?
Tre mesi fa non lo ritenevo possibile invece sembra che possa riuscire ed è un bel segnale. Potrebbe scatenare un effetto a catena, un processo di liberazione che va ben oltre le intenzioni degli organizzatori. La mobilitazione sarà anche vista come una provocazione, il pretesto per poter dire che ci sono troppi immigrati, che per colpa loro non funzionano i servizi. Ci vorrebbe più capacità di affrontare le questioni diverse: io comprendo anche chi non accetta di vedersi sotto casa spaccio e prostituzione ma non ci si può lasciar soverchiare dalle percezioni. Si protesta contro gli immigrati perché si allungano le file agli ambulatori o alle poste, invece di prendersela con chi è in fila e soffre lo stesso disagio bisognerebbe provare a lottare insieme per avere più servizi. Il dramma è quando chi guida una amministrazione come quella di Castel Volturno, soffia sul fuoco.

I sindacati non hanno aderito...
È un dato negativo. In Campania c'è sempre stato un rapporto conflittuale fra centri sociali e sindacati, con argomentazioni che rischiano l'autoreferenzialità. Io penso che in situazioni come queste una scelta di mediazione sarebbe stata opportuna e credo anche che il maggior sindacato nazionale avrebbe dovuto dimostrare maggiore responsabilità rinunciando a posizioni di principio e di prestigio.

Il sindaco di Castel Volturno, come ricordavi invece sposa posizioni pericolose
Si ma pericolose per la sua città. Io parlo sempre di un vecchio sindaco, Mario Luise che con la morte nel cuore fece anche murare delle abitazioni occupate ma poi lavorò per realizzare politiche di accoglienza. Il numero degli immigrati dimezzò e a lamentarsi furono soprattutto i commercianti. Avevano perso clienti. Il sindaco dice che se se ne vanno gli immigrati arriveranno i turisti. Ma come è possibile? Senza infrastrutture, con il mare più inquinato d'Italia, in case dove non c'è la luce, l'acqua, le fogne. Il sindaco soffia sul fuoco e minaccia una nuova "Rosarno". Come fa a non capire che se accadesse qualcosa di simile qui si arriverebbe alla guerra civile. E poi si dice che è Saviano a dare una pessima immagine di queste terre.

E su tutto l'ombra della camorra
Si e qui la camorra non è tanto estorsione quanto imprenditoria. Basti pensare che nel mese scorso soltanto sono stati sequestrati beni per decine di milioni di euro. Il nostro Pil è costituito in parte considerevole da economia criminale. Se sparisse senza altre opportunità ci ritroveremmo peggio che nei paesi dell'Est. Il nesso con l'immigrazione è rappresentato dal fatto che una mafia imprenditrice abbassa i costi del lavoro anche utilizzando immigrati, che consente alle organizzazioni straniere di tenere il traffico della prostituzione, pagando si intende e che c'è senz'altro un'intesa comune per il commercio di eroina. Per questo la camorra è stata capace anche di organizzare strategie del terrore, dai sei innocenti ammazzati due anni fa, per dare una "lezione ai neri" agli omicidi di parenti di collaboratori di giustizia fatti anche 15 anni dopo, in pieno centro e sotto gli occhi dell'esercito. Come a dire: io comando e comanderò per sempre, anche dalla galera.

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Ferrero (Prc/FdS): Percorso unitario fino a Roma il 16
La sfida dei migranti che lavorano in nero nei paesi sulla Domiziana, che oggi rifiuteranno di lavorare (...), rappresenta un momento di riscatto e ribellione verso un sistema di sfruttamento schiavistico attraverso la costruzione di una coscienza comune». E' quanto afferma Paolo Ferrero, spiegando l'adesione del Prc/Federazione della Sinistra alle due giornate di mobilitazione organizzate a Caserta, dove sabato si svolgerà anche un corteo. «La mobilitazione è tanto più rilevante in quanto si inquadra in un percorso di costruzione di iniziativa per mandare a casa questo governo nefasto; un percorso che porterà i lavoratori migranti a Roma il 14 e il 15 ottobre e che vedrà molti di loro confluire nella manifestazione nazionale del 16 ottobre indetta dalla Fiom».

Liberazione 08/10/2010. pag 2

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