giovedì 18 novembre 2010

Brescia, mobilitata Emergency. Sulla gru rimasti in quattro

Fervono i tentativi di fiaccare la protesta. Oggi manifestazione a Bologna, domani assemblea a Milano

Stefano Galieni
Papa, il ragazzo senegalese è sceso dalla gru di Brescia. La sua pratica di sanatoria non è stata ancora ufficialmente rigettata e quindi si è convinto a scendere, avendo come garanzia il fatto che per ora non verrà arrestato o espulso in quanto clandestino; sicuramente verrà portato in giudizio per manifestazione non autorizzata. Ora a 35 metri di altezza sono rimasti in quattro, quelli che hanno dimostrato di essere disposti anche a gesti estremi se non vedranno un permesso di soggiorno.
L'altro ieri le loro voci hanno avuto una ribalta nazionale ad "AnnoZero", in milioni hanno potuto vedere e sentire la dignità e l'orgoglio di chi vuole solo costruirsi un progetto positivo di vita. Si sono sentite le voci dei ragazzi sulla gru, quelle dei tanti che li sostengono da sotto, migranti e antirazzisti, la tv ha mostrato le immagini inqualificabili della carica a freddo contro i manifestanti condotta lunedì scorso, la solerzia questurina con cui si ordinava di picchiare, i discorsi agghiaccianti del vicesindaco che considera questi lavoratori spazzatura o poco più.
Spenti i riflettori si vanno intensificando i tentativi di fiaccare la protesta. C'è una zona, sotto la gru, totalmente militarizzata, in posizione opposta rispetto al presidio dove pare stiano avvenendo i tentativi di frantumare il fronte. I funzionari di polizia fanno entrare mediatori, sedicenti parenti dei ragazzi sulla gru, faccendieri di vario tipo e natura. Secondo un giornale locale sarebbero giunti direttamente dal ministero dell'Interno alcuni funzionari, pomposamente ribattezzati "task force", incaricati di intervenire «puntando sull'intelligenza emotiva di chi è sulla gru». E si fanno strada le prime ricostruzioni: Singh, il ragazzo indiano che è sceso per primo anche perché febbricitante, sarebbe stato convinto da un faccendiere, un compatriota proprietario di una agenzia privata che gestisce le pratiche per le documentazioni da presentare all'ambasciata indiana in cambio di promesse non meglio precisate. Fatto sta che Singh si è ritrovato ieri in una conferenza stampa con il redivivo questore - che finora era rimasto ai margini della vicenda - e con il suddetto faccendiere. Poche parole in punjabi (Singh non parla italiano), dette a testa bassa, tradotte dal suo compatriota: il ragazzo avrebbe invitato gli altri a desistere e si sarebbe dichiarato pentito di aver violato la legge.
Anche la storia di Papa lascia perplessi: sarebbe stato convinto dai genitori, accorsi sempre per la stessa via sotto la gru. Ma a molti risulta che i genitori di Papa vivano in Senegal. Fatto sta che il personale della questura ha impedito ai partecipanti al presidio di interloquire con questi presunti genitori. Ieri poi è toccato a Rachid, marocchino. A tentare di convincerlo un rappresentante del consolato del suo paese e una mediatrice culturale proveniente da Lecco, ma Rachid ha deciso di restare con gli altri.
Un'altra notte passa e il freddo aumenta. La polizia non permette di far arrivare ai lavoratori sulla gru le batterie di ricambio per i telefonini, impedendo così la comunicazione con l'esterno, dal presidio si è chiesto un intervento di Emergency per poter monitorare le condizioni di salute dei ragazzi e lo stesso Gino Strada si è assunto l'impegno di contattare la prefettura. Ma chi coordina le operazioni, il vice questore Emanuele Ricifari, difeso ad oltranza da questore e prefetto nonostante le gravi responsabilità dimostrate nella gestione della piazza, pare abbia negato questa assistenza: «Chi sta male scende e verrà visitato», avrebbe risposto, assumendosi l'ennesima responsabilità di far alzare la tensione.
Ieri a Brescia si è tenuto un happening teatrale per sostenere il presidio, oggi ci sarà musica dal vivo. Nel frattempo il Circolo di Rifondazione Comunista di Porta Pile, sede anche dell'Anpi, ha messo in piedi una mensa popolare. Vengono serviti pasti caldi a pranzo e a cena, per coloro che sostengono il presidio. A dimostrazione di quanto anche la parte sana della città stia reagendo va segnalato l'impegno di alcuni docenti e ricercatori universitari, quello di una quarantina di commercianti che stanno portando cibo e vestiario. Ma oggi l'attenzione si sposta su Bologna dove alle 14 partirà una manifestazione regionale contro la sanatoria truffa e domenica c'è attesa per quanto si deciderà all'assemblea antirazzista convocata a Milano sotto la torre di via Imbonati. Le mobilitazioni sembrano destinate a crescere. Nel frattempo a Roma, con il pretesto di una operazione antidroga, sono stati sgomberati i rifugiati somali che da anni dormivano nella propria ambasciata ormai chiusa. Resteranno all'addiaccio: «Una operazione inutile - commenta Claudio Graziano dell'Arci - Sono ragazzi per cui va trovata una soluzione umanitaria e che non hanno un paese in cui tornare. In questo modo si scoraggiano soluzioni e si aumentano i problemi».

Liberazione 13/11/2010, pag 5

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