giovedì 18 novembre 2010

«Siamo tutti sulla gru» Bresciani imperterriti

Convalidati sei arresti, almeno 12 migranti nei Cie, di tre si sono perse le tracce. Ma le cariche non hanno intaccato il presidio

Francesca Mantovani*
Brescia
Il giorno dopo le violente cariche poliziesche sferrate contro chi esprimeva solidarietà con i migranti abbarbicati sulla gru, Brescia si risveglia com'era andata a dormire.
La centrale via San Faustino, che fende in due il cuore della città vecchia, è infatti presidiata da migranti e antirazzisti pronti nonostante tutto ad esprimere la propria solidarietà a chi da 35 metri d'altezza continua imperterrito a chiedere il rispetto dei propri diritti. A pochi passi di distanza dal nuovo presidio spontaneo, un folto cordone di poliziotti e carabinieri separa i dimostranti dalla gru. Nella terra di nessuno imposta ieri a suon di manganellate dal ministro degli Interni Roberto Maroni, per tramite degli agenti guidati in piazza dal vicequestore Emanuele Ricifari, i vigili del fuoco cercano nuovamente di mettere delle reti di protezione attorno all'infrastruttura. E' metà mattina, i migranti sulle gru continuano a non fidarsi di qualsiasi mossa arrivi da pompieri e poliziotti, e per questo si oppongono lanciando quel poco che hanno e minacciando l'irreparabile. Dopo minuti di forte tensione, il comandante dei Vigili del Fuoco Salvatore Buffo annuncia di desistere, almeno per il momento. A vuoto anche il tentativo da parte degli agenti di portare, verso l'ora di pranzo, del cibo ad Arun, Jimi, Rachid, Singh, Sajad e Pepe. I sei non vogliono avere nessun rapporto con gli agenti: la paura di folli azioni di forza rimane palpabile, soprattutto dopo quello che è accaduto ieri, con le cariche, i fermi, gli arresti e le deportazioni di almeno 12 migranti nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione).
Solo a metà pomeriggio una delegazione del presidio riesce a superare la barriera degli agenti e a garantire ai sei cibo e vestiti asciutti vista la pioggia caduta per ore sulla città. Nonostante il maltempo, la solidarietà non è mai venuta meno: centinaia di persone animano via San Faustino con slogan, tamburi e striscioni che recitano «Siamo tutti sulla gru». Nelle parole dei manifestanti non ci sono solo i sei sulla gru, ma anche i sei - due cittadini italiani e quattro migranti - arrestati dalla polizia nell'ordinaria giornata di follia orchestrata dalla polizia. Per loro, la giornata di ieri è stata quella della convalida degli arresti. Nessuno, dal punto di vista giudiziario, rimarrà in carcere. Per un bresciano, Fabio Uccheddu, rsu Fiom all'Alfa Acciai, scattano gli arresti domiciliari. Il processo, invece, slitta al 16 novembre. Per tutti gli altri, invece, obbligo di firma e prossima udienza fissata per il 29 novembre. Si tratta di Diego, 20enne bresciano, e dei migranti Ahmed, Farag, Mahmud (arrivato in aula con vistose ecchimosi ed un collare protettivo) e Singh. L'apprensione maggiore è proprio per quest'ultimo: mentre le accuse per gli altri sono infatti sostanzialmente di resistenza, il giovane indiano è infatti incappato nelle maglie della famigerata legge Bossi - Fini. Il forte rischio è che ora per lui scatti l'accompagnamento coatto fuori dal territorio italiano. Sorte analoga rischiano la dozzina di immigrati rintracciati dalla polizia durante la caccia all'uomo mattutina.
Cinque di loro - un cittadino tunisino e quattro egiziani - sono per certo all'interno del Cie di corso Brunelleschi a Torino, come diffuso dall'emittente Radio Black Out. Questa mattina è attesa per loro l'udienza davanti al Giudice di Pace, che deciderà se convalidare o meno il loro trattenimento. La polizia e la Croce Rossa di corso Brunelleschi ha deciso di raggrupparli tutti nell'area rossa del Centro, lontano dagli altri reclusi che tengono normalmente i contatti con l'esterno e insieme a chi rimane dei reduci della "rivolta" di Cagliari Elmas. Tre egiziani, bloccati all'interno dell'oratorio di San Faustino, sono invece al Cie di Milano. Hanno con sé la ricevuta che la Questura rilascia ai richiedenti di soggiorno, che anche legalmente consente di restare in Italia. «Domattina - dice il loro avvocato, Eugenio Losco - ci sarà l'udienza di convalida. La situazione però è paradossale, vista la documentazione di cui dispongono» Sugli ultimi tre immigrati, infine, non c'è alcuna certezza: si rincorrono le voci di possibili espulsioni già ottemperate o di loro deportazioni in altri Cie.
Le mancate risposte sulla sorte dei migranti "spariti" fanno salire al presidio la tensione, già molto alta di fronte alla totale mancanza di una qualsiasi trattativa e anche in relazione al comportamento scriteriato di ieri da parte di chi gestisce l'ordine pubblico in città. Un video, girato dalla televisione di strada Ctv Brescia e rilanciato fra gli altri da peacereporter.net e repubblica.it, mostra infatti per filo e per segno quanto accaduto davvero in San Faustino, con il vicequestore bresciano Ricifari impegnato a provocare e poi fermare con la forza i manifestanti di via Porte Pile.
*redattrice Radio Onda d'Urto

Liberazione 10/11/2010, pag 4

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