giovedì 4 agosto 2011

Contratti la Uil disdetta il protocollo del ’93. Adesso strada spianata per la rappresentanza

L'avevano annunciato, e l'hanno fatto. La Uil ha disdettato la concertazione, alias "protocollo del '93". Con una lettera al Governo, al ministero del Lavoro e alle parti sociali, il segretario generale Luigi Angeletti ha formalizzato la fine «di ogni possibile equivoco» tra il vecchio modello e il nuovo, nato dall'accordo separato del gennaio 2009.
L'atto serve a dare una spinta alla nuova fase, caratterizzata dalla ricerca di un accordo sulla rapprsentanza. Su questo tema ci sarà un incontro la la fine di questa settimana e l'inizio della prossima. A fare da "coordinatore" è la presidente di Confindustria Emma Marcegalia, intenzionata a far rientrare la Cgil nel giro del confronto sul nuovo patto sociale. E a sua volta impegnata nel tentativo di tenere dentro l'associazione la Fiat. Il punto sul quale continuano ad insistere gli imprenditori è quello della esigibilità, ovvero del divieto di sciopero. Una volta firmato il contratto non può più essere messo in discussione da una protesta sindacale. E chi lo fa, come ha fatto scrivere Sergio Marchionne in "Fabbrica Italia", è passibile di licenziamento.
Il ministro Maurizio Sacconi, intanto, è pronto ad inserire l'altro pezzo del progetto, la fine del contratto nazionale; «dando agli accordi aziendali il potere di regolare tutti gli aspetti che riguardano l'organizzazione del lavoro».
Tanta fretta si giustifica in relazione al fatto che il 18 giugno inizia a Torino il procedimento contro la Fiat intentato dalla Fiom per comportamento antisindacale. Sacconi ha già dichiarato che in caso di sentenza negativa è pronto ad intervenire con una legge.


14/06/2011, pag 5

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