giovedì 4 agosto 2011

Da Padova a Verona, governo costretto a trattare

Immigrati Riprende vigore la protesta contro la sanatoria-truffa

Francesca Mantovani*
Il dito di Maroni non basta. La diga delle politiche discriminatorie, targate Lega-Pdl, continua a mostrare altre crepe. Sempre più profonde. L'esecutivo e le sue ultime uscite in materia - trattenimento nei Cie da 6 a 18 mesi, ripresa in grande stile delle espulsioni e altro ancora - escono per la prima volta scornate dal conflitto con le mobilitazioni di chi è stato truffato nel 2009 all'interno della cosiddetta "sanatoria colf e badanti". La lotta degli immigrati e degli antirazzisti, in corso da settimane in una mezza dozzina di città - Brescia, Milano, Padova, Verona, Massa Carrara e La Spezia, per citare le principali - ha fatto segnare ieri i primi, significativi risultati positivi.
Le novità più importanti arrivano in queste ore dal Veneto. A Padova, la mobilitazione dei migranti ha subito un'accelerazione nella nottata fra giovedì e venerdì. All'ennesima mancata risposta da parte delle istituzioni, i migranti hanno risposto occupando una gru. Come a novembre, a Brescia, per ottenere diritti sulla terra i migranti decidono di salire in cielo. Il clima, però, rispetto allo scorso autunno, è radicalmente cambiato. A Brescia, 17 giorni di durissima lotta non avevano portato ad alcuna apertura sostanziale da parte del governo, che - anzi - aveva espulso diversi protagonisti di quell'esperienza. Ieri, a Padova, è bastata una notte per riportare a più miti consigli le autorità. I cinque migranti saliti sull'infrastruttura, posta esattamente di fronte agli uffici territoriali del governo, hanno dettato la loro agenda a chi da sotto cercava ancora una volta di ridurre una protesta politica ad una questione di ordine pubblico.
«Senza risposte certe sui permessi e sulle truffe subite - hanno scandito i migranti padovani - da qui non scendiamo». Nella serata la prima apertura, con la promessa di convocare una ventina di persone che, condannate per inottemperanza all'ordine di allontanamento, si erano viste negare il permesso di soggiorno. La risposta arrivata a terra dalla gru dà il senso della determinazione e della rabbia di chi è stufo di aspettare: «Non basta. Stessi diritti per tutti, altrimenti restiamo qui». I migranti si fanno forza della sentenza del Consiglio di Stato, che ha bocciato la circolare Manganelli emanata dal governo nel 2010.
Poi in mattinata, la svolta: il centinaio di migranti euganei truffati dallo Stato verranno convocati tutti per perfezionare le procedure in Prefettura e procedere al successivo ritiro del permesso di soggiorno in Questura. Prima di lasciare la gru, i cinque hanno chiesto e ottenuto che il Prefetto annunciasse l'apertura di un tavolo. Obiettivo: affrontare il tema delle truffe, ossia di tutti quei migranti raggirati da connazionali o da cittadini italiani nell'ambito della sanatoria 2009. Al tavolo ci saranno le amministrazioni cittadine e provinciali, le forze dell'ordine, la curia e i magistrati che si stanno occupando delle inchieste scaturite dalle denunce dei migranti, oltre ai sindacati e all'associazione "Razzismo Stop" che sta seguendo la vicenda in Veneto. «Una realtà - dice Nicola Grigion, di meltingpot.org - che ha dimensioni ancora sconosciute, relazioni neppure troppo celate con la malavita organizzata e una rete di soggetti coinvolti dediti ai raggiri nei confronti degli stranieri».
Segnali positivi arrivano anche da Verona, un tempo territorio tabù per le rivendicazioni dei migranti. Sulla scorta di quanto accaduto a Padova, una trentina di persone ieri ha occupato l'Arena. I turisti in visita al monumento, scalato attraverso l'impalcatura che in questi giorni lo riveste per lavori di restauro, hanno visto sventolare per oltre un'ora lo striscione "sanatoria truffa 2009". Verso mezzogiorno, l'Arena è stata abbandonata. Non prima, però, di aver ricevuto dalla Prefettura scaligera promesse analoghe a quelle della città del Santo. A Milano, invece, l'incontro fra immigrati autorganizzati e Prefettura ha sortito l'ennesimo nulla di fatto, tanto che i migranti hanno deciso di tornare in piazza già nel pomeriggio di ieri, e lo stesso faranno nel week end. A Brescia, infine, prosegue lo sciopero della fame e il presidio permanente 24 ore su 24, nella centrale piazza Rovetta. Questa mattina, in calendario c'è un incontro con i parlamentari bresciani.
*redattrice di Radio Onda d'Urto


Liberazione 18/06/2011, pag 3

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