giovedì 4 agosto 2011

La storia di Sandro, licenziato perché pretendeva la sicurezza di lavoratori e viaggiatori

Roma Tiburtina Trenitalia

Si è svolta il 25 maggio a Roma la prima assemblea nazionale dei ferrovieri che chiedono il reintegro di Sandro Giuliani, il capotreno dell'impianto di Roma Tiburtina licenziato lo scorso 21 gennaio perché applicava scrupolosamente i regolamenti ferroviari che tutelano la sicurezza dei lavoratori e dei viaggiatori.
Giuseppe Carroccia ha illustrato le proposte operative del comitato - nato immediatamente dopo il licenziamento - che prevedono la costituzione di una lista di solidarietà che mensilmente verserà un contributo per aiutare economicamente Sandro, mentre le spese legali verranno sostenute dalla cassa di solidarietà dei ferrovieri sorta dopo i licenziamenti di Dante e dei ferrovieri di Report.
Si è chiesto inoltre alle organizzazioni sindacali, che hanno espresso solidarietà a Sandro (tutte tranne Cisl, Uil e Ugl), di inserire nelle piattaforme il reintegro di Sandro e la sospensione dei provvedimenti disciplinari emanati con intenti intimidatori.
Infine si propone di effettuare assemblee in tutti gli impianti delle principali città per arrivare a una iniziativa di protesta nazionale per il prossimo autunno. Sia alla Regione Lazio che alla Camera sono stare depositate interrogazioni e mozioni per il reintegro da FdS, Pd, Sel, Idv.
Sandro Giuliani ha raccontato la vicenda di cui è stato protagonista precisando che i responsabili aziendali erano a conoscenza del modo in cui operava (presenza sul locomotore accanto al macchinista e chiusura delle porte dalla cabina), modalità con la quale per dieci anni si è lavorato, come testimoniano le oltre duecento firme raccolte in pochi giorni tra i lavoratori. Per la stessa Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria il posto del capotreno è in cabina. Infatti nella lettera di licenziamento non si fa nessun esplicito riferimento a fatti, ma si cita soltanto la rottura del rapporto di fiducia, motivazione con la quale si può licenziare chiunque per qualsiasi motivo.
Il professor Giovanni Alleva che assiste legalmente Giuliani ha evidenziato tutti gli elementi incongrui del licenziamento e ha illustrato la causa in corso verso oltre centocinquanta macchinisti e capotreno toscani che sono stati sanzionati perché non avevano accettato l'accordo che dal 15 maggio 2009 ha introdotto l'agente solo, sostenendo che vi è una forte similitudine con la vicenda che ha portato la Fiom ha vincere legalmente la causa sulla inapplicabilità del contratto per i propri iscritti.
Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale Fiom, ha ricordato la storica sentenza di Torino che condanna la Tyssen Krupp e ha spiegato come le scelte di Marchionne e Moretti tendono non solo a schiacciare i lavoratori ma a selezionare gruppi dirigenti incapaci di far crescere le aziende.
Paolo Ferrero, dopo aver dato la propria disponibilità a contribuire alla cassa, ha voluto ricordare l'importanza di questi momenti di resistenza che valorizzano il ruolo delle persone, la loro irriducibilità alla condizione servile a cui il capitalismo e il berlusconismo vorrebbe ridurle.
Fabrizio Tomaselli dell'Usb ha dato la disponibilità a qualsiasi iniziativa di lotta si vorrà prendere, incluso lo sciopero, ricordando le lotte dei lavoratori Alitalia.
Maria Nanni, capotreno di Lucca, ha ricordato la strage di Viareggio e il sostegno che va dato anche agli apprendisti a cui Trenitalia non ha voluto confermare il contratto.
Di Lisio dell'Orsa Lazio ha chiesto maggiore coordinamento nelle azioni di protesta, mentre Mariani ha proposto di introdurre il reato di licenziamento doloso.
Dante De Angelis, che per aver solidarizzato coi licenziati di Melfi sta scontando 10 giorni di sospensione, concludendo i lavori ha innanzitutto voluto testimoniare la sofferenza individuale che si prova dopo un licenziamento e ha dato appuntamento per le prossime iniziative. L'iniziativa "Un treno carico di stress" si è svolta a Firenze il 30 maggio per fare una ricerca sul campo con la somministrazione di questionari per dare un ruolo attivo ai lavoratori nella valutazione del rischio, la battaglia per evitare l'introduzione dell'Ivu, i turni individuali al posto di quelli collettivi nonché le inaccettabili proposte aziendali sull'orario di lavoro.
Comitato per il reintegro di Sandro Giuliani


Liberazione 02/06/2011, pag 11

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