giovedì 4 agosto 2011

Un Bene Comune da liberare. Dal basso e da sinistra

Roma Sciopero Metropolitano

Contro una "città sbilanciata". Per continuare nel percorso di Roma Bene Comune. Per contribuire al successo del primo Sciopero Metropolitano. Per respirare quell'aria frizzantina portata dal vento di cambiamento che spira da Milano a Napoli. Scegliete voi "il motivo" per il quale lunedì 30 maggio è stato fondamentale scendere in piazza, a Roma, in occasione dello sbarco in Consiglio comunale del bilancio 2011 marca Alemanno. «Lacrime e sangue» la definizione più utilizzata per il bilancio da lavoratori, precari, senza casa, migranti, operatori sociali e del mondo della cultura.
Personalmente, il motivo che mi ha portato in piazza è stato quello di mostrare come, anche nella città vittima dei governi Alemanno e Polverini, esiste qualcosa, in basso a sinistra, che sta delineando un futuro migliore del presente. Esiste qualcosa che non guarda ai giochi politici, a un centrosinistra sempre più appiattito sull'immagine salvifica di Nicola Zingaretti.
Esiste una Roma Bene Comune che da un anno ha saputo raccogliere istanze, vertenze, lotte - sociali e metropolitane - intorno a un rete aperta a tutti e da tutti: sindacati di base - Usb, Cobas, Orsa, Usi - movimenti, comitati per i "Sì" ai referendum del 12 e 13 giugno ma anche forze politiche anticapitaliste - Federazione della Sinistra e Sinistra Critica.
E' stato quasi inevitabile, quindi, unirsi - e il caso ha voluto che fosse nel giorno dei ballottaggi - per occupare la piazza del Campidoglio. Nonostante il caldo, nonostante fosse un lunedì pomeriggio, un grazie allo sciopero a livello cittadino indetto dai sindacati di base, un po' per la capacità di mobilitazione delle forze che compongono la rete, ma soprattutto per il radicamento territoriale della rete stessa, sono state oltre 10mila le persone che dal Colosseo, attraversando il Circo Massimo e Bocca della Verità, si sono riunite sotto la statua del Marco Aurelio per una grande assemblea popolare.
Ogni intervento, che fosse "di movimento" o "politico", è giunto alla medesima conclusione: dopo Milano liberata dal trio Moratti-Formigoni-Berlusconi, dopo Napoli liberata dal duo Bassolino-Iervolino e scampato il pericolo Lettieri-Cosentino, è arrivato il momento che Roma si liberi di Alemanno. Il sindaco è in difficoltà. Lo abbiamo capito con il rimpasto di giunta che ha consegnato, a gennaio, il Bilancio in mano a Capitalia (con Lamanda assessore) e Scuola e Famiglia in mano alla Chiesa (con De Palo - presidente Acli - nominato assessore). Ne abbiamo avuto conferma con gli Stati generali di febbraio che hanno consegnato Roma in mano ai vari Regina (Unindustria), Abete (Bnl), Della Valle, Sabelli e Colaninno (Alitalia). Con il Bilancio 2011, ne stiamo avendo il terzo indizio - e tre indizi fanno una prova: Roma è una città sempre più in mano ai privati, ai poteri forti, alla rendita. Noi invece vogliamo affermare che Roma è un Bene Comune da liberare. Dal basso e da sinistra.
Da. Nal.


Liberazione 02/06/2011, pag 11

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