giovedì 4 agosto 2011

Se le lavastoviglie emigrano in Cina...

Lecchese Bessel/Candy

Fa. Sal.
E' un territorio, quello del lecchese già martoriato da innumerevoli dismissioni e delocalizzazioni. L'ultima vicenda, la "Bessel/Candy", aggiunge una ulteriore afflizione. A metà di maggio, il gruppo Candy ha comunicato la completa chiusura del sito Bessel, che produce lavastoviglie, mettendo a rischio il posto di lavoro di 204 addetti. L'azienda non ha convinto troppo né i sindacati né i lavoratori nel formulare le motivazioni della decisione. Molto sommariamente ha parlato di problemi economici e di una politica di diversificazione, e di economie di scala, che non hanno dato i frutti sperati. Intanto, però, si parla della Cina come nuova destinazione delle linee produttive. I lavoratori non si sono persi d'animo ed hanno già fatto diversi scioperi, più alcune assemblee nei due siti di Santa Maria Hoè e Brugherio.
Lavoratori e sindacati non hanno nessuna intenzione di farsela passare sotto il naso, e per sottolineare le loro intenzioni stanno presidiando i cancelli per impedire l'uscita del prodotto finito.
«Abbiamo chiesto ai rappresentanti della società di prospettare altre soluzioni - spiegano i sindacati -, ma ci hanno risposto che le hanno già esaminate tutte e che nessuna funziona perché non permetterebbe di chiudere i bilanci in attivo». Se qualcuno riuscisse a proporre un'idea nuova si potrebbe aprire uno spiraglio. «Ma in due mesi appena come si fa?», domandano i sindacalisti. L'annuncio della serrata, sebbene paventato da tempo, è stata una doccia fredda, senza alcun preavviso ufficiale, se non a decisione ormai assunta, con una comunicazione perentoria ai capireparto al termine di un summit convocato l'atro pomeriggio a Monza. «La Bessel non è stata acquisita dal gruppo, è nata quarant'anni fa con il gruppo - aggiungono i sindacalisti -. In passato è stata sempre la realtà dove si sperimentavano metodi nuovi che poi venivano esportati nelle altre unità di tutto il mondo. Potrebbe essere ancora così».
Intanto, il Consiglio comunale di S. Maria Hoè ha ribadito che l'area resterà, comunque, ad uso industriale. Anche per impedire che le selvagge colate di cemento, che in altri comuni del territorio si stanno realizzando sulle aree industriali dismesse, non arrivino a mettere la parola fine sull'occupazione a tutto vantaggio delle speculazioni immobiliari.
«In questi anni l'apparato industriale si è decomposto, per lo più, nel silenzio delle Istituzioni - sottolinea Carlo Bandinelli, della segreteria regionale del Prc - e senza che fosse espresso dalla Regione e dal Governo un interesse concreto per arginare la crisi economica: non si è messo mano a un vero ammodernamento del Paese, si è preferito che il capitale e i profitti scaturiti dalla congiuntura internazionale, dal maggiore sfruttamento e dalle rendite parassitarie, anziché essere impegnati nella ricerca e nell'ammodernamento industriale, fossero lasciati alle rendite parassitarie della finanza cartacea».
Per questo si impoverisce l'economia. La tendenza va invertita. Per quanto riguarda ad esempio la Bessel/Candy, il Prc propone la produzione di prodotti a basso consumo energetico e riciclabili: visto che gli elettrodomestici nel nostro Paese rappresentano quasi il 60% del consumo domestico di elettricità.
«Per quanto riguarda il nostro territorio - conclude il Prc - serve subito una "torre di controllo" pubblica che difenda e rafforzi lo sviluppo industriale, agendo in anticipo rispetto al comportamento dei singoli imprenditori».
Rifondazione Comunista sosterrà tutte le iniziative che sindacati e lavoratori della Bessel/Candy intenderanno assumere a difesa della loro dignità e dei diritti del lavoro.
Sulla vicenda ha espresso il proprio giudizio anche il direttivo della Camera del lavoro di Lecco, con un ordine del giorno. Il direttivo della Cgil di Lecco riunito in data 25 maggio esprime la propria solidarietà e sostegno ai lavoratori della ditta Bessel.
«Si ritiene miope e dannosa, sotto tutti i punti di vista - si legge - la scelta della famiglia Fumagalli di migliorare i margini economici di bilancio aziendale, attraverso la cessazione della produzione delle lavastoviglie in Italia. Si ritiene inaccettabile la strategia industriale del gruppo Candy di chiudere definitivamente l'azienda Bessel, dove, per oltre quarant'anni di duro lavoro, le donne e gli uomini hanno contribuito allo sviluppo della fabbrica. Si ritiene il sito produttivo di Santa Maria Hoè, per la sua storia e per la sua dinamicità nella riconversione dei prodotti, ancora capace di operare e di produrre elettrodomestici con efficienza e qualità».


Liberazione 02/06/2011, pag 10

Nessun commento:

Posta un commento